Lavoravo da nemmeno un anno per Vincenzo Sguera, nel suo studio di Firenze, quando un giorno mi disse: "Mi trasferisco a Bergamo per un ruolo dirigenziale e avrò bisogno di una spalla, vuoi venire a lavorare alle Cartiere Pigna?" non esitai neanche un attimo e feci bene, è stato il periodo lavorativo, e formativo, più bello e proficuo della mia vita.
Sarei andata di lì a breve a progettare quaderni e diari, la mia passione assoluta. Fin da bambina ero l'incubo di ogni cartoleria, ci passavo pomeriggi interi a confrontare le copertine per sceglierne alla fine una sola.
Un quaderno è un prodotto molto particolare, serve per scriverci i compiti sì, ma la sua copertina dice anche agli altri qualcosa di noi. È un modo per comunicare o per sentirsi parte di qualcosa che ci piace. Un quaderno diventa desiderabile quando ti include in un mondo che esso rappresenta o quando ti emoziona.
Come si affronta questa grande differenza di target: madre vs figli?
Le madri scelgono e comprano per i figli diari e quaderni che le emozionano, i figli invece scelgono quelli in cui riconoscono sé stessi e le proprie passioni. Bisogna saper creare un'immagine che sappia insieme emozionare e rappresentare quel mondo, quella marca, quel dato modo di pensare e di sognare.
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